giovedì 27 agosto 2009

Terzani, l'avventura di una vita ora diventa un film


Ciak in Toscana a inizio autunno per una riduzione dall´ultimo libro curata dal figlio Folco
di Mara Amorevoli
Bruno Ganz sarà Tiziano Terzani. E Elio Germano, suo figlio Folco. Saranno loro i protagonisti principali del film tratto dal libro «La fine è il mio inizio», ad affrontare il dialogo serrato tra padre e figlio nella biografia postuma in cui lo scrittore e giornalista fiorentino, morto il 28 luglio del 2004, ha raccontato la storia della sua vita e la lunga ricerca di verità e di senso che lo hanno visto impegnato come reporter per 30 anni in Asia e infine, ammalato di cancro, chiudere le tappe del suo inteso cammino di passioni, esperienze e riflessioni nel piccolo paese di Orsigna sulle montagne pistoiesi, accanto alla moglie Angela, ai figli Saskia e Folco.

Due attori famosi presto sul set in Toscana: Bruno Ganz protagonista consacrato da molti film di Wim Wenders, oltre che in Italia da "Pane e tulipani» di Silvio Soldini, e il giovane Elio Germano, diretto da Virzì in "Tutta la vita davanti" e da Gabriele Salvatores in "Come Dio comanda" scelti dal regista tedesco Jo Baier.

«Le riprese in Toscana partiranno a inizio autunno», queste le poche indiscrezioni comunicate dalla produzione tedesca, che pare stia stringendo contatti con l´attrice Stefania Sandrelli per affidarle il ruolo di Angela Terzani. Del regista Jo Baier, si sa che ha appena finito di girare "Enrico IV", dal libro di Heinrich Mann, fratello di Thomas Mann, in coproduzione con i francesi e con attori francesi, a quanto pare uno dei film europei più costosi degli ultimi tempi. A produrre il film sarà Collina filmproduction di Monaco di Baviera, in collaborazione con Beta Film. Firmano la sceneggiatura e l´adattamento del libro Ulrich Limmer e lo stesso figlio di Terzani, Folco che ha raccolto ne «La fine è il mio inizio» la biografia-testimonianza del padre, pubblicata da Longanesi nel 2006.

Di certo la troupe tedesca sarà presto impegnata a ricostruire il set sullo sfondo delle quinte verdi di castagni delle montagne dell´Appennino tosco-emiliano, se non proprio a Orsigna, nel paese rifugio in cui Tiziano Terzani si era ritirato, nella gompa tibetana che si era costruito e dipinto da solo, immersa nel silenzio della natura, ormai lontano dall´India, e dall´altro rifugio scelto sull´Himalaya in cui aveva affidato al suo ultimo libro «Un altro giro di giostra» la storia dei sette anni di cure in giro per il mondo, a cercare di curare «la malattia della mortalità».
Chissà se ci dovremo aspettare la metamorfosi di Bruno Ganz, calato nell´immagine di Tiziano Terzani con capelli e barba bianchi come Tolstoj, e di Elio Germano, uno dei giovani attori più simpatici e acclamati dal nuovo cinema italiano, che interpreta il figlio Folco, tornato dall´America invitato dal padre a Orsigna, quando ormai sereno aveva accettato di lasciarsi andare alla prova estrema come un filo d´erba o un fiore sfiorito.

Terzani gli aveva scritto: «E se io e te ci vedessimo ogni giorno per un´ora e tu mi chiedessi le cose che hai sempre voluto chiedermi e io parlassi a ruota libera di tutto quello che mi sta a cuore, dalla storia della mia famiglia a quelle del grande viaggio delle vita?». Questo l´incipit del libro e forse del film, che vedrà snodarsi giornate di lunghi racconti e incontri, il dialogare ora divertito, ora intimo e segnato dalla sofferenza del corpo di Terzani che di giorno in giorno gli toglie forze e respiro. Un viaggio a ritroso registrato dal figlio, mentre il tempo di Terzani si dilata in memoria, nei luoghi familiari di Monticelli dove era nato a Firenze, amore per lo studio, incontro con la moglie Angela, fuga e viaggio tra i tanti paesi che il giornalista e scrittore ha percorso in libri e reportage, documentando la storia, le guerre e gli eventi di Vietnam, Cina, Giappone, Cambogia e India. Parole e gesti che stringono una nuova complicità tra un padre e un figlio, fino alla cerimonia degli addii, a quella fine che lui gli affida come nuovo inizio.